Boccherini, Luigi

(Lucca 1743 - Madrid 1805)

[Daphne du Barry, Monumento a Luigi Boccherini, LUCCA 2010]

Nato a Lucca nel 1743, trascorse l’infanzia a contatto quotidiano con la musica: il padre Leopoldo, cantore, violoncellista e contrabbassista della cappella Palatina della città, ben presto avviò i figli allo studio del contrappunto e di uno strumento, nel caso di Luigi il violoncello. Dopo aver ricevuto la prima formazione in casa e da padre Vannucci presso il seminario arcivescovile di Lucca, si perfezionò a Roma con Giovanni Battista Costanzi, già allievo di Tartini e direttore della cappella Giulia a S. Pietro. Il debutto risale al 1756, anno in cui è documentata la partecipazione come strumentista alle feste di S. Croce a Lucca. Poco più tardi, appena quindicenne, Luigi si recò a Vienna per assumere insieme al padre un incarico nell’orchestra del Teatro Imperiale, incarico lasciato l’anno seguente nella speranza di ottenere un impiego stabile nella città natale, ma le esibizioni pubbliche, sia come solista che in orchestra, non procurarono alcuna offerta ufficiale da parte delle autorità locali. Tra il 1760 e il 1764, a causa del perdurare di questa precarietà, Luigi compì due viaggi nella capitale austriaca, dove la vivacità della vita musicale — vi operava negli stessi anni Gluck — poteva garantigli maggiori opportunità di farsi conoscere come virtuoso e come compositore. Già nelle opere databili a questo periodo giovanile — quali la prima raccolta di Sei Trii per archi e i sei Quartetti op. 2 — si fanno largo alcune caratteristiche dello stile boccheriniano: l’equilibrio solistico tra le parti, attuato riscattando strumenti quali la viola e il violoncello dal ruolo di basso continuo cui erano tradizionalmente legati; una articolata circolazione delle melodie tra le parti; una sostanza tematica a volte “galante”, a volte irruenta, che imprime alla struttura formale una precisa consequenzialità. L’esperienza viennese si chiuse definitivamente nell’aprile del 1764, quando il Consiglio di Lucca nominò Luigi membro della Cappella Palatina, per la quale vengono composti i due oratori, Gioas re di Giuda e Giuseppe liberato, e molta musica vocale sacra, da eseguirsi in occasione delle feste cittadine. Contemporaneamente si rivelarono di fondamentale importanza l’incontro a Milano con Giovanni Battista Sammartini e la formazione di un quartetto d’archi riempito per le altri parti da Filippo Manfredi, Pietro Nardini (violini) e Giuseppe Maria Cambini (viola). L’attività del quartetto si protrasse per sei mesi e il repertorio praticato comprendeva lavori di Haydn e di Boccherini. Alla morte del padre, nel 1766, Luigi lasciò definitivamente la città natale e in compagnia di Manfredi raggiunse alcune città dell’Italia settentrionale prima di stabilirsi a Parigi per un anno; qui fu introdotto nel salotto del marchese De Bagge, frequentato dagli esponenti più in vista del panorama musicale francese, e allacciò rapporti duraturi con gli editori Vénier e La Chevardière, presso i quali pubblicherà molte opere. Si spostò quindi a Madrid e, nel 1770, entrò a servizio di don Luis Infante di Spagna, il quale, profondamente appassionato di musica, già manteneva presso di sé un complesso quartettistico formato dalla famiglia Font. L’impiego offriva la possibilità di frequentare gli ambienti madrileni culturalmente più raffinati e di conoscere gli aspetti caratteristici della tradizione musicale spagnola, della quale si nota l’influenza nelle ultime creazioni del musicista lucchese. L’Infante, che seppe comprendere e apprezzare il genio del suo protetto, fu ripagato da una produzione vasta e matura, di cui poteva godere anche grazie alla mediazione di esecutori di grande talento, non ultimo l’autore. Il quintetto venne coltivato con particolare evidenza, per un totale di 30 composizioni suddivise in 5 raccolte, nelle quali il genere acquista caratteristiche proprie: un’estensione della struttura dialogica già propria del quartetto; un arricchimento della sonorità che porta un più efficace sfruttamento dei giochi di pieno-vuoto; una promozione a pieno titolo del violoncello come strumento solista, con un ruolo attivo nello sviluppo tematico. Videro la luce anche diverse sinfonie, per un ampio organico e di notevole estensione, finché l’allontanamento dell’Infante dalla corte determinò non soltanto la definitiva preminenza delle composizioni da camera su quelle sinfoniche ma ancora l’adozione della forma “piccola”, in due tempi, e la formulazione di uno stile “intimo”, adatto alla dimora appartata di don Luis, e richiesto dal mercato europeo, sempre più modellato sulle esigenze dei dilettanti aristocratici. Alla morte dell’Infante, nel 1785, Luigi si trovò in gravi difficoltà economiche, alle quali in parte sopperì cercando nuovi mecenati nel re di Prussia Federico Guglielmo II, al quale doveva fornire quartetti e quintetti compensati ogni anno con 1000 scudi tedeschi, e nei conti di Benavente-Osuna, che gli affidarono la direzione della loro orchestra privata, per la quale concepì numerose sinfonie. Il teatro dei Benavente ospitò l’allestimento dell’unica sua composizione drammatica, la zarzuela Clementina, andata in scena nel 1786. Sempre su commissione del conte, Luigi trascrisse per quintetto con chitarra dodici quintetti originariamente ideati con due viole e rielaborò un Concerto inserendovi la chitarra. Rese così ufficiale l’introduzione di questo strumento nell’organico orchestrale, sia con funzioni di solista che di raddoppio. Gli ultimi anni furono tuttavia caratterizzati dall’indigenza e dall’indifferenza della società madrilena che fino ad allora lo aveva apprezzato e sostenuto. Si spense nel 1805 e fu sepolto nella chiesa di S. Juan; nel 1927 la sua salma fu riportata in Italia e tumulata nella chiesa di S. Francesco a Lucca. A partire dagli anni ’60 lo stesso Boccherini cominciò ad ordinare la propria vastissima produzione in un catalogo tematico, rimasto incompleto per esservi esclusi i componimenti vocali, alcuni lavori orchestrali e le sonate per violoncello; è dunque probabile che l’autore intendesse registrare i soli titoli destinati alla pubblicazione. Il catalogo apparve in due edizioni a stampa nella seconda metà dell’Ottocento; l’esemplare autografo andò distrutto durante la guerra civile spagnola. Fine.

CATALOGO DIGITALE · Le opere di Boccherini, Luigi

Musica Vocale

Cantate e serenate

Aria Accademica in re min. n. 5
Musica Strumentale

Sinfonie

Sinfonia in Si bem. Magg. op. 21 n. 5 (G 497)