Nardini, Pietro

(Livorno 1722 - Firenze 1793)

[Lambert, ritratto di Nardini, PARIGI BnF]

Ricevette la sua prima educazione musicale a Livorno dimostrando presto un gran talento tanto che nel 1734, all’età di dodici anni, venne accettato come allievo da Tartini a Padova. Cominciò presto ad esibirsi in concerti pubblici e ad insegnare, spostandosi frequentemente tra la Toscana e Padova. A Livorno fu probabilmente insegnante di Giuseppe Cambini ma poco sappiamo delle sue vicende biografiche di questo periodo. Nel 1760 si recò a Vienna partecipando come musicista ai festeggiamenti in onore del principe ereditario, visitando in quest’occasione anche Dresda. Tra l’Ottobre del 1762 e il Marzo del 1765 prestò servizio come violinista e direttore d’orchestra presso la corte ducale di Stoccarda sotto la supervisione di Jommelli. Proprio a Stoccarda, nel 1763, Nardini fu apprezzato e lodato da Leopold Mozart che ebbe più tardi modo di affermare: «la bellezza, purezza e levigatezza del suo suono e del suo ‘cantabile’ non possono essere uguagliati». Nel 1765 si recò a Brunswick per fare ritorno a Livorno nel Maggio del 1766. A partire da questo periodo possiamo far risalire la collaborazione di Nardini con Filippo Manfredi (violino), Giovanni Giuseppe Cambini (viola) e Luigi Boccherini (violoncello) in quello che fu il primo quartetto d’archi professionistico di cui si abbia conoscenza: il “Quartetto Toscano”. Dal 1770 assunse l’incarico di primo violino e, più tardi, di direttore delle musiche, nella cappella della corte del granduca Leopoldo di Toscana a Firenze che era composta da ottimi elementi tra cui Carlo Antonio Campioni. La presenza di Nardini contribuì all’innalzamento della vita artistica e culturale della città; cominciò a partecipare inoltre alle attività culturali dell’Arcadia con il nome di Terpandro Lacedemone. Nardini svolse tutta la successiva attività musicale a Firenze assentandosi (secondo il Burney) dalla città solo per andare a visitare Tartini quando quest’ultimo si trovava in punto di morte. Nel Settembre del 1770 Charles Burney che andava raccogliendo in Italia materiale per il suo volume The present state of music in France and Italy, ebbe modo di ascoltare Nardini in concerto riportando un’impressione del tutto simile a quella espressa tempo addietro da L. Mozart: «Il suo suono è dolce e uniforme, non molto forte ma chiaro e preciso, molto espressivo nei movimenti lenti e simile in questo al suo grande maestro Tartini. Quanto all’esecuzione tende ad appagare e piacere piuttosto che a sorprendere: insomma, penso che sia il violinista più perfetto che esista in Italia». Dello stesso tenore è il giudizio che Adalbert Gyrowetz espresse lodando in Nardini «la purezza e precisione del suono», così come la testimonianza di Christian Friedrich Schobert: «la dolcezza del suo modo di suonare è indescrivibile…e qualcuno ha visto aristocratici ritenuti freddi come ghiaccio sciogliersi in lacrime mentre eseguiva un suo Adagio». La produzione violinistica di Nardini rispecchia il suo modo di suonare caratterizzandosi per le pagine liriche piuttosto che per quelle virtuosistiche. In essa è evidente una scrittura derivata dallo stile di Tartini: le sonate per due violini presentano un intreccio dialogante tra le parti acute e seguono la divisione in tre tempi bipartiti, lento, rapido, rapido, che mantengono la medesima tonalità. Anche i 6 concerti per violino e orchestra ricalcano lo schema tartiniano di un lento introduttivo, di un primo tempo rapido e cantabile, e di un finale in forma di rondò. I 6 quartetti per archi si svincolano dallo stile di Tartini per la loro struttura, invenzione tematica e, soprattutto, per l’emancipazione della parte di basso. Le sue overture sono influenzate dalla produzione di Jommelli, mentre le sonate per clavicembalo risentono dello stile di Alberti e Pasquali. I concerti per flauto, che rivelano una profonda conoscenza dello strumento, sono meno conosciuti, ma non inferiori per intensità espressiva alle opere per violino.

CATALOGO DIGITALE · Le opere di Nardini, Pietro

Musica Strumentale

Sinfonie

Ouverture in Re Magg. "Genova"
Ouverture in Re Magg. (Basel 536)
Ouverture in Re Magg. (Basel 537)

Concerti

Concerto per flauto in Re Magg. n. 1
Concerto per flauto in Sol Magg. n. 2
Musica da camera

Triosonate

5 Sonate per flauto, violino e B. C.
6 Triosonate "Noseda" per due flauti e basso